Mandorle da tutta la Sicilia e oltre

Ogni mandorla ha un uso tradizionale diverso e ciascuno nel suo terreno ne aveva sempre più varietà, non solo utili all’impollinazione, ma anche ad una specifica preparazione culinaria e a differenze di coltivazione, di tempi di raccolta, di modalità di raccolta...un universo!

In Sicilia, circa 40 anni fa, ne erano state catalogate 180 varietà diverse.

La romana, ricca di olio, serviva per la prelibatezza della pasta reale o della pasta di mandorla.

La pizzuta, sapore deciso di mandorla, veniva usata per il latte di mandorla o i confetti.

La chiricupara (da: chiricuopo ovvero “albicocca”), a guscio duro, piccola tonda e saporitissima, serviva per preparare il torrone mandorlato. Sfortunatamente ha una resa bassissima ed oggi è molto rara. Il progetto Radice Sicula cerca di pormuoverla.

La ferragnes, a guscio tenero, ma doppio (fatto da due strati) spesso contiene mandorle gemelle, cioè due per guscio ed è molto tardiva, quindi non soffre le gelate invernali, al momento della fioritura (che avviene a marzo inoltrato).

La cuvia, a guscio semi-duro a forma di cuore e si trova soprattutto nel catanese.

La mandorla fellamase o cavalera a guscio tenero, si trova nell’agrigentino.

La leta o muddisa ha un guscio tenerissimo che si rompe con le mani, ma le rese sono bassissime e quindi si è quasi estinta.

La corba con cuticola molto scura, alberi grandissimi e molto produttivi, seme dolce e grosso.

La citidda, presenta frutti molto fitti e, durante la raccolta, cade subito alla prima scrollata.

E poi la Genco, la Filippo Cea (entrambe pugliesi in origine) e la tuono (californiana), tutte varietà più recenti, a guscio tenero, fioritura tardiva, diffuse un po’ in tutta la Sicilia da decenni.

Le varietà di mandorla sono tante perché la pianta è molto versatile e si adatta ad ogni contesto: al terreno, all’umidità, ai venti, al clima. E si trasforma in base a quelli. E i contadini incrociano e innestano, regalano e sperimentano da sempre…

Nell’800 furono censite più di 500 varietà in tutta Italia.

Oggi molte di queste sono andate perdute, ma alcuni progetti, cercano di recuperare il più possibile quelle rimaste: visita il progetto Adotta un mandorlo.