Le varietà locali nel Sud est della Sicilia, crescendo a latitudini “africane”, fioriscono in pieno inverno, fra la prima e la seconda settimana di febbraio, quindi, in questa delicatissima fase, possono essere decimate dal gelo o dal vento.
Sono abituate a un clima estremamente secco e resistono senza acqua per mesi, continuando a produrre e a mantenere le classiche rese, intorno al 20% (da un chilo di mandorla in guscio si ricavano 200 g di mandorle sgusciate, il resto sono gusci e polvere).
I mandorleti di varietà antiche non necessitano di irrigazione come quelli di varietà “nuove” (tuono, ferragnes, genco) e questo le rende colture ottimali in tempi di cambiamenti climatici (picchi di calore, siccità, venti forti) e di accelerata desertificazione in Sicilia.
Hanno un guscio durissimo: anche il macchinario sguscia una mandorla per volta con un martelletto che non rovina il seme.
Il guscio inscalfibile ne protegge tutte le caratteristiche di morbidezza e contenuto di grassi per cui, in guscio, possono essere conservate anche tre anni dopo il raccolto senza perdere le loro proprietà.
Le caratteristiche del clima, fanno sviluppare un seme estremamente oleoso (fra il 54 e il 58% di olio), con un alto contenuto di vitamina E (15mg su 100) e di amigdalina che è la sostanza considerata, da vari studi, antitumorale.